Nel marzo 2023, in una tiepida mattina di primavera, Alessandro è in sella al suo scooter, pronto per recarsi all’Università. Ad un tratto, si sente urtare e cade a terra.
Quella mattina, Alessandro ha un incidente, mentre si trova di fronte alla Prefettura, a bordo di un ciclomotore, investito da una Fiat 600, il cui conducente gli imputa la totale responsabilità del sinistro.
La controparte sostiene che Alessandro abbia tentato di superare sulla destra, urtando l’auto.
Dai danni che, a noi, erano risultati evidenti alla prima rilevazione sull’ auto, il ciclomotore e la gamba sinistra di Alessandro, avevamo compreso che il danno non potesse essere frutto della dinamica raccontata dall’autista della vettura incidentata. Così abbiamo chiesto di acquisire le immagini delle videocamere. Da ciò che avevamo ottenuto era chiaro che il nostro assistito si trovasse sulla propria corsia di pertinenza, e che fosse invece l’automobile ad aver modificato la propria traiettoria corretta invadendo la sua corsia.
I testimoni presentati dal conducente della macchina avevano avvalorato la dinamica narrata in prima istanza e ciò aveva condotto l’assicurazione a formulare una proposta di risarcimento di 10.500 euro, data la presunta corresponsabilità, e considerando le lesioni di Alessandro delle microinvalidità.
A quel punto abbiamo avviato un dialogo con l’assicurazione richiedendo, tanto per cominciare, una visita medico legale per il nostro cliente. All’esito di questa, il danno biologico è stato attestato al 10%, dunque, tutt’altro che lieve. Nonostante ciò, rimaneva la questione della responsabilità condivisa, punto su cui l’Assicurazione continuava ad insistere. Abbiamo dunque chiesto con insistenza, onde voler scongiurare una lunga causa, che fossero direttamente loro ad incaricare un investigatore per la loro parte, che valutasse rilievi e documentazioni per la ricostruzione dei fatti. La conclusione cui anche l’incaricato giunse fu che, effettivamente, come da noi sostenuto dall’inizio, la responsabilità del sinistro fosse da imputarsi completamente all’automobile. Giunge dunque una seconda proposta, dopo qualche mese -tempo nel quale, intanto, il nostro assistito si riprendeva dalle lesioni, con le quali ha fatto i conti per otto lunghi mesi- che porta alla chiusura del caso in modo definitivo. A nove mesi dal sinistro e senza l’esigenza di varcare la soglia di un tribunale, Alessandro ha potuto ottenere verità e un giusto risarcimento. A fronte dell’originaria proposta, la conclusione della pratica è stata una liquidazione in favore di Alessandro di 31.900 euro.
Soddisfazione ancorché economica, prima di tutto morale per il nostro amico che ha ottenuto giustizia.
Che dite? Scisap è o no il miglior alleato vincente possibile?





